***
“…Siete pur sempre una donna!”
Quelle parole le ronzavano ancora nella testa.
Quello sciocco ragazzetto, ma non sapeva
con chi stava parlando?
Come aveva osato parlarle a quel modo?
Evidentemente ignorava anche che lei avrebbe
potuto ritenersi offesa e impartirgli una bella lezione!
Si portò una mano al volto, sospirando.
André non si era ancora ripreso.
Pallido e sudato, bruciava ancora di febbre.
Prese dalla fronte il fazzoletto umido e
lo sciacquò nell’acqua fresca posta sul tavolo.
Quel semplice gesto la imbarazzò,
suggerendole pensieri strani mentre gli posava il panno fresco sulla pelle
bollente.
André che apriva gli occhi, che le
afferrava il polso delicato, che l’attirava verso sé e le baciava
le labbra con febbrile passione…
E lei che si abbandonava al bacio, che assaporava
quella bocca, che gli imprimeva caldi baci sulle guance, sul collo, mentre
gli accarezzava le spalle possenti e protettive…
Saltò in piedi, arrossendo nuovamente,
ma che andava a pensare?
Stava forse uscendo di senno?!
André dormiva ancora, per fortuna
e lei era soltanto una sciocca,
stupida……stupida…
...Donna..!!
Ecco, l’aveva ammesso, finalmente!
Quel piccolo, odioso figlio d’un contadino
l’aveva messa di fronte ad un bel problema!
Aveva costretto la sua mente a non rifiutare
più, se non era possibile riconoscerla, l’idea di essere donna.
Tornò a guardare André.
Tentò di ignorare quel nodo che pareva
comprimerle lo stomaco, quel forte desiderio di stringergli la mano…e lasciare
che le accarezzasse il volto.
E se fosse morto?
Dio, non voleva pensarci, non doveva accadere.
Lei sarebbe stata l’unica, la sola responsabile.
Il fuoco era stato acceso, le fiamme crepitavano
e diffondevano nella stanza un piacevole calore.
Il viso di André pareva più
disteso, se solo si fosse svegliato..!
Fuori, il giorno volgeva alla fine, il sole
stava tramontando, preparando il regno alla notte.
Oscar appoggiò il capo sul giaciglio
dove André riposava, la mano avvolgeva quella inerte di lui.
Il sonno non l’avrebbe colta, così
come non l’avrebbe più fatto la disperazione.
André sarebbe guarito, ne era certa.
E quando si fosse svegliato, forse lei..
Avrebbe potuto…
Ma era in agguato la stanchezza ed ella vinse,
cullandola dolcemente, abbassandole le palpebre e guidandola in un mondo
di sogno dove lei era priva di ogni paura e dove poteva stringersi a lui
senza dover combattere battaglie che aveva già perduto.
***
Si svegliò che fuori doveva essere
giorno da un po’, perché dalla finestra sopra al letto entravano
i raggi del sole, riscaldandola.
Capì solo dopo alcuni minuti d’immobilità
che quel calore non proveniva dal sole, pur se alto e abbagliante in cielo,
ma da una mano che le accarezzava la nuca, dita forti che giocherellavano
coi suoi capelli morbidi imprimendo loro tocchi delicati, dolcissimi, quasi
disperati.
André…!
Oscar si sollevò di scatto, il fiato
corto per l’emozione e perdersi in quegli occhi ardenti e luminosi che
la guardavano, le strinsero lo stomaco.
Era salvo…
Il desiderio di abbracciarlo fu talmente
grande che le parve di morire tanto dovette lottare per trattenersi.
André lasciò debolmente ricadere
il braccio che fino a quel momento l’aveva accarezzata, cercò di
sorridere.
“ Stai bene, Oscar..?” le chiese, con un
filo di voce.
Lei ricambiò il sorriso.
“Tu..chiedi a me se sto bene? Il malato sei
tu!”
“Oh, io sto bene..” si affrettò a
precisare André. “..sono solo un po’ stanco..”
poi, fattosi improvvisamente triste:
“..mi spiace tanto, Oscar…”
Di cosa si dispiaceva?
“Ti ho dato tanti problemi…Volevi prenderti
un po’ di riposo..”
“Ma che stai dicendo? Non è certo
colpa tua se quegli uomini ci hanno attaccato!”
“Sì, però…Se non fossero arrivati
Philippe e gli altri..non so se sarei stato in grado di difenderti…”
“ Stai dicendo un mucchio di sciocchezze,
André. Senti…Il dottore dice che devi mangiare e rimetterti in forze,
ma qui non è possibile..Ascolta, la tenuta dei Jarjayes è
a meno di un’ora da qui, cavalcando veloce dovrei arrivare abbastanza presto.
Dirò di preparare una carrozza e verrò a prenderti, così…
” Ma si arrestò, perché André
era sbiancato e ora la guardava con angoscia mista a collera.
“No, Oscar..è troppo pericoloso, come
puoi pensare che io ti lasci andare da sola?”
“..André..”
“E’ inutile, non mi convinci! Non ti permetterò
di correre altri rischi! “
“ Erano briganti, André…”
“Non è vero e lo sai! Hanno parlato
di ordini, volevano ucciderci! E nessuno impedirà loro di riprovarci,
stanne certa! “
Lei scosse il capo, evitando il suo sguardo.
“Stai esagerando..”
“ Oscar!”
Lui reagì tirandosi su bruscamente
per poterle afferrare il braccio e fronteggiarla.
Lo sforzo lo fece impallidire di più
e il dolore parve tagliarlo in due.
Soffocò un gemito e ricadde sul letto.
Oscar, spaventata, gli fu subito accanto.
“André!” chiamò, disperata.
Quando tentò di correre a chiamare
qualcuno, lui la trattenne, il respiro ansante, affaticato, ma la voce
era decisa.
“E’ passato, non temere, Oscar..Non sto così
male…Senti..non è necessario che vada alla tenuta di tuo padre da
sola, io mi sono ripreso, vedi…? Domani starò già bene. Ho
una salute di ferro..”
Ma lei era balzata in piedi, il volto era
una maschera di collera.
“ Non sarai tu a dirmi quel che devo o non
devo fare!”
André la fissava serio, adesso.
“ Fino a quando continuerai ad intrometterti
nella mia vita?”
Serrò i pugni con rabbia, le braccia
piegate contro il suo petto, la voce imperiosa.
“ Ma non hai ancora capito che il tuo è
un amore impossibile? André…devi lasciarmi vivere la mia vita e
tu..Mi spiace, ma non vi sei compreso!”
Lasciò cadere le braccia lungo i fianchi,
respirando a fondo per recuperare l’autocontrollo.
“ E adesso scusami, vado a preparare César..”
Lui la richiamò ma lei era ben decisa
ad ignorarlo.
Doveva dimenticarla, ci avrebbe pensato lei
a fare in modo che avvenisse.
Probabilmente l’amico si sbagliava.
Come si poteva amare una donna come lei?
Non era neanche una vera donna…
L’amore… pura eresia! Ennesima invenzione
dei poeti e di sciocche donnine annoiate.
Neanche il suo presunto amore per il conte
di Fersen era dunque stato reale..
Cinica, menzognera Oscar!!
Ma mentre usciva, sulla porta, comparve Gilbert.
Aveva il sorriso smaliziato di sempre, gli
occhioni vivaci e una voce quasi strafottente.
“ Madamigella Oscar..”
Oscar si accigliò.
Tutti a corte usavano chiamarla così,
ma detto da quel ragazzetto la cosa diveniva insopportabile.
“ Fammi passare, Gilbert.”
“ Dove andate, madamigella?” insistette Gilbert.
Lei cercava di mantenersi calma e intanto
ignorava André dietro di lei.
“ Sto andando alla tenuta dei Jarjayes, a
dare ordini che preparino una carrozza..”
Gilbert si portò una mano sulla bocca,
falsamente addolorato.
“ Oh, davvero..Perdonatemi, Oscar..se avessi
saputo che tenevate tanto ad andarci di persona..non mi sarei mai permesso
di sellare il vostro cavallo e andare lì per voi..La carrozza è
già pronta fuori, vi sta aspettando!”
La prima reazione che Oscar ebbe fu di voltarsi
verso André, sapendo di scorgere il solito sorriso compiaciuto e
soddisfatto.
Visto? Sarai soddisfatto, adesso..
…ma alcuno scherno lei lesse su quel volto,
solo sofferenza.
Così, con una voce che cercò
di rendere il meno dura possibile, disse a Gilbert:
“ Va’ a chiamare tuo padre. Dobbiamo caricare
André.”
Oscar scrutò il volto del ragazzo.
Sapeva già che avrebbe detto ciò
che disse.
Sull’attenti, divertito come non mai, disse
forte: “Agli ordini, Madamigella!”
E corse via, prima che lei potesse richiamarlo.
Fine 4° parte
Laura